Il ponte sul fiume Bacchiglione a Colzè logo di Google logo di You tube facebook

indietroPagina precedente          Continuazioneavanti

ponte
La ferrovia Ostiglia - Treviso attraversava il fiume Bacchiglione con un importante opera d'arte, fra le più di rilievo come impegno per la costruizione e bellezza archittetonica. Il ponte, avente una luce retta di 50 metri, era composto da una travata metallica a gabbia formata da 6 maglie portanti triangolari laterali, le cui travi erano piene in quelle relative ai puntoni di testata e a traliccio nelle maglie intermedie, nei punti di massimo carico. La travata, tramite gli apparecchi di appoggio fissi (lato Ostiglia) e con cuscinetti a rulli (lato Treviso) per la dilatazione termica, scaricava il proprio carico sui piani di appoggio in dura pietra di trachite delle spalle in muratura; previste con larghezza per l'appoggio di una seconda travata dal lato sinistro in direzione Treviso per l'eventuale raddoppio della linea. Le spalle presentavano 6 luci laterali (2 lato Ostiglia e 4 lato Treviso) formate da degli archi in mattoni a sesto ribassato di 8 metri di luce ciascuno. Il restante della struttura muraria era formato da conci rettangolari in pietra di trachite, eccetto i muretti di parapetto costruiti in mattoni.
Ai nostri giorni (inverno 2007/2008), prima dell'inizio dei lavori connessi con la costruzione del tratto meridionale dell'autostrada Valdastico tra Vicenza e Rovigo, le strutture del vecchio ponte ferroviario si presentavano in discrete condizioni di conservazione, sia per quanto riguarda le opere murarie sia il terrapieno. La travata centrale in ferro non esiste più essendo stata asportata pochi anni dopo la chiusura del tratto berico della linea.
Anche questo ponte fu oggetto di "visite" da parte dei cacciabombardieri alleati che tuttavia non riuscirono a colpirlo. La cronaca registra un'incursione sopra Colzé effettuata il 20 gennaio 1945 da alcuni P-47 del 57° gruppo che evidentemente avevano scelto il ponte come obiettivo. Inoltre la cronaca locale riporta un'azione di bombardamento su Colzé il 23 febbraio e un'altra il 2 marzo 1945.
Dalle ancora vive testimonianze che si sono potute raccogliere presso i residenti del posto, all'epoca ancora dei ragazzini, si apprende che esso fu minato dai genieri tedeschi nella loro ritirata. Ma ormai le scarse scorte di esplosivo di cui disponevano i germanici, risultarono inadeguate per abbattere un ponte metallico. Fatte brillare le cariche, si constatò un leggero spostamento delle travature sui rulli d'appoggio e nulla di più. Almeno questo ponte rimase praticamente intatto dopo essere stato risparmiato dall'aviazione alleata.
In merito ad una delle incursione dei P-47, vi è il ricordo di un aereo proveniente da ovest che sganciò due bombe, una delle quali esplose sulla massicciata, l'altra invece non si attivò e c'è da ritenere che sia rimasta ancora sepolta nel terreno o sia stata recuperata e resa innocua. Di ciò fu testimone oculare il ragazzino della vicina fattoria, che, vinto dalla curiosità di assistere al bombardamento aereo, e quando mai si sarebbe ripresentato un evento così straordinario?, non entrò subito nel rifugio che era stato costruito presso la casa colonica e rimase per un po' all'ingresso, fornendo così ora questa preziosa testimonianza.
I P-47 Thunderbolt potevano portare due bombe da 500 libbre ancorate su due piloni subalari sotto le semiali. Disponevano anche di un serbatorio ventrale supplementare di carburante che, venendo normalmente sganciato quand'era vuoto (o prima di ingaggiare uno scontro aereo per alleggerirsi), poteva essere scambiato per una bomba.


La realizzazione della bretella stradale fra località Ghizzole e località Colzè, in occasione dei lavori di realizzazione dell'autostrada Valdastico Sud, sopra il tracciato ferroviario dell'Ostiglia ha comportato la completa demolizione di tutte le infrastrutture ferroviarie in questo tratto (indicata come soluzione proprio da qualche sindaco dei vicini comuni durante la progettazione dell’autostrada, quando si poteva tranquillamente salvare il ponte e costruire la strada di fianco). Si contano in tutto nove ponti demoliti fra cui il più importante ero lo storico ponte sul fiume Bacchiglione. Nonostante vi sia una legge della Regione Veneto antecedente che tutela già da tempo tutte le infrastrutture dell'Ostiglia-Treviso con vari progetti di salvaguardia storica, turistica e culturale della linea e tutta l'area risulti attualmente di proprietà delle Ferrovie dello Stato, nulla ha impedito la demolizione. La distruzione di queste strutture, che si potevano definire delle vere e proprie opere d’arte storiche da conservare e valorizzare, costituisce una delle perdite più gravi finora avvenute del patrimonio storico e culturale della ferrovia Ostiglia – Treviso e denota come oggigiorno prevalga l'ignoranza e l'interesse di pochi, a discapito del territorio e della collettività.

 
A 60 km e 345 m da Ostiglia, la linea ferroviaria valicava il fiume Bacchiglione attraverso una delle opere più belle della linea. Il ponte ripreso in direzione di Treviso. Foto di Francesco Masala (anni '90).
L'ingresso del ponte sopra la spalla lato Ostiglia in direzione di Treviso. Sono ancora presenti i binari (anni '80). Dal libro La Ferrovia Padova-Piazzola-Carmignano di Mario Santinello - 1980.
L'ultima verifica di stabilità del ponte risale al 12 maggio 1976. Infatti nel 1967 il serizio fu sospeso solo per i treni viaggiatori, ma continuo quello merci fino alla metà degli anni '70. Dal libro La Ferrovia Padova-Piazzola-Carmignano di Mario Santinello - 1980.
Foto di inaugurazione del ponte.Nuove costruzioni ferroviarie dal libro La Ferrovia Padova-Piazzola-Carmignano di Mario Santinello - 1980.
Il ponte immortalato negli anni '90, poco prima della demolizione della travata di ferro, in alcuni splendidi scatti realizzati dal signor Francesco Masala. Nella foto in alto a sinistra il ponte ripreso in direzione di Treviso. Più avanti lungo la linea la casa cantonierà al km 60+741, la fermata di Colzè. Nella foto centrale e in quella a destra l'ingresso della travata metallica sempre in direzione di Treviso. Le traversine del binario sono ancora immerse nella massicciata. Foto in basso a sinistra, spalla lato Ostiglia con le 2 luci laterali di 8 metri ciscuna. Foto in basso al centro, apparecchio di appoggio mobile per la dilatazione termica del ponte lato Treviso. Foto in basso a destra, la data dell'ultima visita tecnica del ponte (come la foto n° 06034502 sopra).

Rilevato ferroviario nella zona golenale destra del fiume Bacchiglione. A destra un ponte a 3 luci di m. 4 ciascuna al km 60+220 permette il defluire delle acque del fiume in caso di piena e nel contempo svolge la funzione di sottovia per il passaggio dei mezzi agricoli. A sinistra, in direzione Treviso, la spalla del ponte sul Bacchiglione, dotata di due ampie luci di scolo laterali.
Il ponte a 3 luci di m.4 ciascuna al km 60+220 (oggi demolito). Il manufatto presenta larghezza per binario singolo.
Le spalle dove poggiava la travata del ponte sul Bacchiglione in direzione di Treviso.
Una delle luci laterali di 8 metri della spalla lato Ostiglia (demolita).
Inverno 2007-2008, prima che iniziassero i lavori per la realizzazione della bretella autostradale. A destra la casa cantoniera di Colzé al km 60+741.
Dalla spalla lato Ostiglia dove appoggiava la travata in ferro sul fiume Bacchiglione. La linea in direzione di Treviso. Sullo sfondo la casa cantoniera di Colzé al km 60+741.
Sponda destra (ovest) del Bacchiglione. Archi aperti nel terrapieno per consentire il defluire delle acque di piena del fiume nell'area golenale (demoliti).
Altre immagini della spalla del ponte lato Treviso, dotata di 4 luci di 8 metri ciascuna. Gli ultimi ricordi prima della demolizione.
Linea in direzione di Treviso dalla spalla del ponte lato Treviso. Sullo sfondo la casa cantoniera di Colzé.
Sito del ponte sul Bacchiglione. Sono iniziati i lavori per la costruzione di una strada di raccordo al nuovo tronco meridionale dell'autostrada Valdastico, che porteranno alla distruzione di tutti i manufatti ferroviari compresi nel tratto fra Ghizzole e Colzè.
Sottopasso sponda est di luce m 4 al km 60+588 (demolito). Questi varchi consentivano il transito a persone e mezzi agricoli tra le singole proprietà che il terrapieno ferroviario aveva separato e consentivano il defluire delle acque in caso di piena del fiume Bacchiglione.
Picchetto, ora scalzato, già infisso nel terreno a mo' di caposaldo, per la picchettazione della leggera curva a destra, che la linea accennava in direzione di Treviso in località Colzè.

Casa cantoniera e passaggio a livello al km 60+741 in località Colzé. Questa casa cantoniera, a cui competeva la sorveglianza del vicino ponte sul fiume Bacchiglione, costituiva anche la fermata di Colzé per le littorine. Il passaggio a livello a barriere era rappresentato dal classico cancello chiuso e aperto manualmente dal casellante. Sono ancora presenti gli isolatori di ceramica della linea telefonica. Da questo punto in poi la ferrovia piega leggermente a destra abbassandosi di quota per ritornare al piano di campagna in direzione di Grisignano.
Sul finire della seconda guerra mondiale la località fu oggetto di incursioni aeree che evidentemente avevano come obiettivo la linea ferroviaria. Ciò avvenne anche il 23 febbraio 1945 ad opera dei soliti P-47 che ritornarono anche il 2 marzo.

Foto d'epoca.
Ponticello in pietra con arco in mattoni a sesto ribassato di luce m.1 al km 60+956
Ponticello sott'argine in pietra con condotto tubolare in cemento di diametro m. 0,70 al km 61+135.

Casa cantoniera al km 61+676 e passaggio a livello al km 61+689 in via Vò di Vanzo. Da tempo la facciata del fabbricato è preda della fitta vegetazione.
La casa cantoniera al km 62+481 è completamente isolata in mezzo alla campagna, unica via d'accesso l'ex sede ferroviaria. Una campestre, ora scomparsa, attraversava la linea ferroviaria in questo punto con passaggio a livello al km 62+491. Il passaggio a livello era sempre chiuso e veniva aperto su richiesta solo per il transito dei mezzi agricoli.
La linea ferroviaria verso la casa cantoniera al km 62+481.
Casa cantoniera al km 63+524 e passaggio a livello di via Savalon al km 63+546. A sinistra della foto i binari affiorano dall'asfalto stradale. Il casellante di questo passaggio a livello aveva il compito di chiudere per mezzo di arganelli anche le barriere del passaggio a livello di via Carbonare al km 63+251.

Casa cantoniera al km 64+547 adiacente al cavalcavia della vecchia strada statale (ora regionale) 11. A destra è ancora in piedi il casotto adibito a forno per la cottura del pane.

Cavalcavia di 9 m di luce della vecchia statale 11 (ora Strada Regionale 11) al km 64+641. Si intravvede la casa cantoniera al km 64+547.
Il vecchio tracciato della statale 11 (via A. Palladio) incrocia la Ostiglia al km 64+798. Sono chiaramente visibili le tracce del binario coperto dall'asfalto e le colonnine della staccionata. Le barriere del passaggio a livello probabilmente erano comandate a distanza dalla vicina caca cantoniera (km 64+547).
La ferrovia passa sotto il cavalcavia dell'autostrada A4 e poco oltre superava un canale mediante un corto ponte obliquo a travata metallica di luce retta m 10 al km 65+071.

57th Fighter Group (57° Gruppo Caccia)

indietroPagina precedente          Continuazioneavanti