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STAZIONI

Quando ci si trova di fronte ad una stazione della Ostiglia-Treviso isolata nella campagna, sembra di tornare indietro nel tempo, in un epoca ammantata di fascino romantico. Ci vuol poco a dar sfogo alla fantasia di un appassionato di treni che immagina una locomotiva a vapore pronta per la partenza al primo binario. Infatti, se si trascura la mancanza dei binari e di un bel po’ di erbacce abbondantemente cresciute, alcune stazioni sono rimaste tali e quali com’erano quando la linea era attiva. Le foto esprimono meglio delle parole questa testimonianza storica di com’erano costruite le ferrovie in Italia nei primi decenni del '900. Le stazioni sono elencate con relativo nome e progressiva chilometrica in Orario di Servizio. Fanno eccezione S. Sebastiano, Nanto e Colzè che, anche se riportate, sono delle fermate in corrispondenza di case cantoniere vicine alle località servite. Per il resto le stazioni hanno il fabbricato viaggiatori proprio (F.V.) con relativo magazzino merci (M.M.) e piano caricatore (P.C.). Le stazioni che descriveremo con maggior dettaglio sono quelle costruite appositamente per la Ostiglia-Treviso. Quelle che esistevano già per le altre linee con cui la nostra ferrovia si incrociava, chiaramente sono di epoca antecedente e riguardano le relative linee ferroviarie.

stazione

stazione

Lo stile architettonico è quello tipico di una stazione secondaria FS degli anni venti (come da disegno). La stazione è costruita su due piani, piano terra e primo piano. Nel piano terra ci sono i locali adibiti a biglietteria, sala d’aspetto (addirittura divisa in 1ª e 2ª classe) e ufficio del capostazione, all’interno del quale erano presenti il Telegrafo (successivamente sostituito dal telefono) e i dispositivi elettrici di comando dei segnali. La facciata della stazione lato campagna presenta quattro porte di accesso al piano terra e quattro finestre al primo piano. La facciata lato binari presenta quattro porte comunicanti con il marciapiede al piano terra e quattro finestre al primo piano. La facciata laterale sinistra, guardando la stazione dal lato campagna, presenta due porte e una finestra centrale al piano terra e tre finestre al primo piano. La facciata laterale destra presenta tre finestre al piano terra e altre tre al primo piano. Nella facciata lato binari l’illuminazione notturna era assicurata da caratteristici lampioni in ferro battuto. Il nome della stazione era riportato su tutte le facciate (eccetto quella dal lato del piazzale esterno) con lettere in cotto verniciato di blu. Il tetto di tutte le stazioni, verso il lato binari, era dotato di abbaino.

Nelle adiacenze del fabbricato viaggiatori, sul lato opposto al magazzino merci, tutte le stazioni erano dotate di un bagno esterno (noto con i poco eleganti termini di latrine o cessi) suddiviso in due locali per “signori” e “signore”. Accanto al bagno erano presenti dei casotti in cemento dove il personale addetto ai lavori custodiva i propri attrezzi.

Il piazzale della stazione era completamente recintato dalla caratteristica staccionata FS in calcestruzzo e l’accesso esterno ai binari era assicurato da un cancello in ferro pedonabile.

sportello

Per accedere all’interno del piazzale merci invece era presente un cancello in ferro a doppia anta con un’ampia luce che consentiva il passaggio di carri o veicoli stradali. Ambedue i cancelli erano sostenuti dalle caratteristiche colonnine in ghisa verniciate nei colori bianco e nero alternati.

Le stazioni di Campodoro, Loreggia e Trebaseleghe, tutte nel tronco Poiana di Granfion – Treviso, presentano invece un fabbricato viaggiatori più piccolo delle altre stazioni, dimensionato per la diversa importanza della località servita. Sono inoltre prive del magazzino merci.

stazione di Loreggia (09161000)

Le stazioni di Barbarano-Villaga e di Orgiano, completamente rifatte dopo le distruzioni del 1944-45, presetano lo stile particolarmente squadrato che ricorda le tipiche costruzioni di epoca fascista come per la case cantoniere ricostruite nel dopoguerra.

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Sulla facciata lato binari, in corrispondenza della porta di accesso al capostazione, erano installate due suonerie dette "Leopolder", una relativa ai treni in arrivo da Treviso l’altra relativa agli arrivi da Ostiglia. Esse entravano in funzione quando il relativo segnale di protezione era disposto a via libera per l’ingresso dei treni in stazione. Inoltre, presso la stazione di Cologna Veneta, sotto le Leopolder erano presenti dei congegni elettromeccanici detti “ripetitori” che indicavano al capostazione l’aspetto dei segnali posti a distanza. Questo dispositivo riceveva una corrente elettrica da un contatto posto sull’ala del relativo segnale. La corrente eccitava un elettromagnete che azionava un cilindro colorato che mostrava colore rosso quando l’ala del segnale era disposta a via impedita e colore bianco quando l’ala era disposta a via libera. I “ripetitori” erano quattro. Sotto la “Leopolder” per gli arrivi da Treviso vi erano: il ripetitore del segnale di 1ª categoria e quello del segnale di avviso lato Treviso. Sotto la “Leopolder” lato Ostiglia vi erano il ripetitore del segnale di 1ª categoria e quello del segnale di avviso lato Ostiglia.

Adiacente al fabbricato viaggiatori sorge il magazzino merci costruito sopra il piano caricatore. Si tratta di un piccolo locale adibito a deposito, accessibile attraverso quattro portoni, due aperti lateralmente e due aperti nei lati corti e sormontati da rosoni vetrati.

magazzino merci

Stilisticamente tutti uguali, i magazzini merci dell'Ostiglia-Treviso risultano essere molto simili a quelli che si possono osservare presso le stazioni di tutte le linee ferroviarie FS. Nella nostra linea se ne riscontrano di due diverse lunghezze. Il tipo più corto aveva un portone di accesso laterale, quello più lungo ne aveva due. Ovviamente la differenza di lunghezza e dunque di capienza del magazzino sta nella diversa importanza della località servita dalla ferrovia. Il tetto a due spioventi del magazzino merci era fortemente aggettante su ambedue i lati, in corrispondenza del binario da una parte e del piazzale merci dall’altra; sicuramente per ripararsi dalle intemperie durante le operazioni di carico e scarico delle merci. Le travi di legno del tetto erano sostenute nelle parti aggettanti da altre travi di rinforzo poggianti su blocchetti di pietra infissi nel muro. Le sporgenze del tetto erano decorate lateralmente da cornici di legno lavorate a merletto. In qualche magazzino merci (per es. a Cologna Veneta) se ne può ammirare ancora oggi un esemplare rimasto quasi intatto.

schema tipico di stazione (però non Cologna)

Tutte le stazioni della linea erano dotate di piano caricatore provvisto di rampa laterale, dalla parte del piazzale merci, per permettere ai mezzi di accedervi. Il piano era dotato di due binari di carico, quello di carico laterale, in parte coperto dallo spiovente del tetto del magazzino, e quello di carico in testa. Il binario di carico laterale terminava verso il fabbricato viaggiatori con paracarri in rotaie mentre quello di carico in testa il paracarri era costituito dal piano caricatore stesso che era dotato, all’altezza di appoggio dei respingenti, di due traverse in legno. Alla fine del piano caricatore il binario di carico laterale era dotato di “sagoma limite”. Essa era utile ad assicurare che il materiale caricato sui carri scoperti fosse “in sagoma”, cioè che rispettasse la sagoma standard FS oltre alla quale vi è pericolo di contatto con le infrastrutture della linea (cavalcavia, gallerie). Le stazioni della Ostiglia-Treviso erano provviste di sagoma limite di carico Tipo n°3 (vedere disegno FS).

sagoma limite

Oltre alla sagoma limite il binario proseguiva verso gli scambi per allacciarsi alla linea principale passando sopra la “pesa a ponte”. Essa consentiva la pesatura di un carro merci per determinare, sottraendo la tara del carro, il peso netto del materiale caricato nel vagone, per motivi di tassazione o commerciali. Le pese a ponte erano installate su tutte le stazione della Ostiglia-Treviso ed erano del tipo a impianto con casotto a livello rotaie (vedere disegno FS).

stadere

La pesa era dotata di “dischetto girevole imperativo tipo 25” (vedere disegno FS) che indicava ai treni quando il meccanismo della pesa era disposto per il normale transito dei treni (dischetto a via libera) o per la pesatura dei vagoni (dischetto a via impedita).

Le stazioni di Ostiglia, Legnago, Barbarano Villaga, Grisignano di Zocco, Camposanpiero e Treviso erano dotate di colonna idraulica per il rifornimento di acqua per le locomotive a vapore. L’unico impianto di rifornimento costruito appositamente per la Ostiglia – Treviso era situato presso la stazione di Barbarano – Villaga, poiché le altre stazioni preesistenti alla linea ne erano già dotate.

gru idraulica

Le stazioni dell’Ostiglia erano dotate normalmente di due binari principali, quello di transito (binario 2) e quello di ricevimento dei treni per l’effettuazione di incroci o precedenze (binario 1). Da questi si diramavano inoltre altri binari che proseguivano nello scalo e attraversavano il piazzale merci terminando con paracarri presso il magazzino. Faceva eccezione la stazione di Cologna Veneta che era dotata di tre binari principali, uno per il transito (binario 3) e due per il ricevimento dei treni per l’effettuazione di incroci o precedenze (binari 1 e 2). Anche lo scalo era attrezzato con più binari, due dei quali funzionavano da “aste di manovra”, allo scopo cioè di permettere la manovra di estrazione di un convoglio dal binario in cui esso era ricoverato. Dato il particolare tracciato dei binari dello scalo, in prossimità della pesa a ponte si trovava un'intersezione di binari obliqua. Nel piazzale merci, dove si trovavano i binari di raccordo con lo zuccherificio “Eridania”, era presente, inoltre, un deviatoio inglese doppio per l’inoltro e il ricovero delle tradotte.

planimetria di Cologna Veneta

I deviatoi delle stazioni, tutti manuali, erano azionati dal capostazione o dai deviatori che lo aiutavano nelle operazioni di manovra, incroci o precedenze dei treni. I deviatoi, nei momenti in cui non vi era la necessità di deviate dei treni, dovevano tutti essere disposti per il corretto tracciato ed erano provvisti inoltre di “dischetto girevole indicativo tipo 24”, indicante la posizione dell’ago dello scambio e dunque la direzione per cui esso era predisposto.

dischetti-fanali

il capostazione di Cologna Veneta