Arsego logo di Google

indietroPagina precedente          Continuazioneavanti

Dopo aver compiuto una leggera curva a sinistra all'altezza di Pieve di Curtarolo la ferrovia prosegue verso la stazione di Arsego, superando questo fosso con un ponticello di pietra con arco in mattoni a sesto ribassato di 1/4 di luce m. 1,00 al km 79+450.
Poco più di un chilometro dopo in località Marsango, alla progressiva 80+791, la linea attraversa il Fosso Riale, un affluente del Brenta, con un ponte in pietra con arco in mattoni a sesto ribassato di 1/5 di luce m. 4,00.
Località Marsango, casa catoniera al km 81+274 e passaggio a livello al km 81+293. In questo tratto la linea taglia a 45° il cosiddetto "reticolato romano": la suddivisione agraria realizzata dagli antichi Romani nel territorio assegnato alla città di "Patavium" (Padova) e ancora oggi in gran parte perfettamente conservata.
Prospetto lato linea della cantoniera al km 81+274. Si nota ancora l'intonaco originale in colore rosso bordeaux che contraddistingueva tutti i fabbricati dell'Ostiglia da Grisignano di Zocco a Treviso. Questo era il colore ufficiale degli edifici ferroviari delle FS alla fine degli anni '30.
 
Stazione di Arsego. Km 82+392,96torna
 

In località "Cocche", ad un chilometro e mezzo dal centro abitato di Arsego (PD), venne costruita la stazione alla progressiva km 82+392,96. Il fabbricato viaggiatori era nello stile comune a tutte le stazioni secondarie dell'Ostiglia con fabbricato viaggiatori a 4 assi sul prospetto lato binari e 3 assi sul prospetto laterale. La stazione era dotata di scalo merci con magazzino di tipo lungo a 2 assi sul prospetto lato binari. La stazione e il magazzino dello scalo erano a destra linea in direzione Treviso; lo scalo era lato Ostiglia rispetto al fabbricato viaggiatori. I binari di circolazione erano tre: il 2° dal fabbricato viaggiatori era quello di corretto tracciato della linea e il 1° e il 3° quelli di ricevimento in deviata. La punta degli scambi estremi era alle progressive 81+965 e 82+671. Al 1° binario era allacciato, con due comunicazioni destra e sinistra, il binario tronco di accosto al piano caricatore del magazzino. Su questo binario erano installate: una sagoma limite di carico, in corrispondenza della testa del piano caricatore, e una pesa a ponte da 40 tonnellate posta verso gli scambi di uscita dello scalo in direzione di Ostiglia. Sempre da questo binario si diramavano inoltre: un binario tronco per lo scarico/carico diretto e uno terminante sulla testa del piano caricatore per lo scarico/carico in testa. La stazione era dotata, in entrambe le provenienze, di segnali ad ala di protezione di 1a categoria e avviso, con manovra e illuminazione elettrica comandati a distanza da apposite apparecchiature installate presso l'ufficio movimento della stazione. Le progressive di installazione dei segnali erano al km 81+842 - 82+787 per quelli di 1a categoria e km 80+851 - 83+787 per quelli di avviso.

A partire dalla fine del '44 e fino ad Aprile del '45, anche la stazione di Arsego, come quelle di Piazzola e Ronchi di Pionbino, furono oggetto di numerose incursioni aeree americane, quasi sicuramente da parte di caccia, vista la mancanza di dati relativi ai bombardamenti (che venivano invece sempre programmati dettagliatamente per i bombardieri medi e pesanti). Dopo che i ponti principali della linea furono interrotti i bombardamenti si concentrarono sulle stazioni, dove erano rimasti bloccati convogli e locomotive utilizzati dai tedeschi in ritirata. Il magazzino merci venne centrato in pieno; rimane solo la traccia del piano caricatore con numerosi crateri visibili anche ai giorni nostri. Anche il fabbricato viaggiatori fu danneggiato, anche se non colpito in pieno. Le macerie del tetto a terra nel perimetro del fabbricato fanno pensare che sia crollato per i violenti spostamenti d'aria e le ripetute vibrazioni causati dalle bombe cadute a pochi metri di distanza, dato che le solette del primo e del secondo piano sono ancora integre. L'acqua piovana che penetra per l'assenza del tetto e l'abbondante vegetazione, cresciuta in quasi 70 anni di abbandono, hanno contribuito al degrado totale dell'edificio.

 
Non è stato semplice avvicinarsi a ciò che rimane dell'edificio dopo quasi settant'anni di abbandono... L'edificio del fabbricato viaggiatori, prospetto lato campagna.
Il fabbricato viaggiatori dal lato dei binari.
Porte d'ingresso della stazione lato binari. Partendo dalla 1a a sinistra: ufficio movimento dell'assuntore, ufficio bagagli e merci, sala di attesa di II classe e sala di attesa di I classe.
Dove finiva il binario tronco del magazzino merci verso la stazione. A destra il muro del piano caricatore sopra il quale sorgeva il magazzino merci non più esistente. A sinistra il marciapiede del primo binario. Pochi metri più avanti il muro laterale della stazione.
 
L'interno della stazione
 
L'atrio della stazione entrando dal lato campagna. A destra l'ufficio movimento. Dritto, passando sotto la volta, l'ufficio bagagli e merci, la porta di fianco a sinistra la sala d'attesa di II classe, ancora più a sinistra la porta per la sala d'attesa di I classe.
L'atrio era decorato con delle graziose cornici a fioroni nelle pareti vicino al soffitto, eseguite con la tecnica detta a "pochoir".
La soletta del soffitto costruita con una tecnica particolare di maglie quadrate in cotto sostenute da una griglia in cemento armato.
L'ufficio movimento dell'assuntore, il posto di comando della stazione. A sinistra e a destra della porta di uscita verso i binari si notano ancora i solchi nel muro delle canalette dei cavi elettrici delle apparecchiature per la manovra e l'illuminazione a distanza dei segnali ala di protezione e avviso e il quadro di illuminazione della stazione.
Ciò che resta del bagno esterno.
Il bordo del marciapiede del 3° binario verso la stazione in direzione Ostiglia e le pietre che formavano il cordolo. La recente pista ciclabile, nell'area della stazione, segue il percorso deviato del 3° binario.
Poco più avanti il rilevato verso la stazione, sulla destra qualche pezzo di staccionata FS.
Ponticello in pietra con piattabanda di cemento armato di luce m. 1,00 sul rilevato della stazione.
Verso gli ultimi scambi della stazione di Arsego, in direzione di Treviso, incontriamo una casa cantoniera in località Cocche al km 82+747 con passaggio a livello al km 82+778.
 
Ponte di pietra con arco in laterizio a sesto ribassato di luce m. 6,00 sul canale Piovego al km 83+335 e passaggio a livello sulla strada comunale Arsego-Villa del Conte al km 83+351 (in seguito spianato).
Pochi metri dopo il ponte sul canale Piovego e il passaggio a livello, un ponticello in pietra con arco in mattoni a sesto ribassato di 1/4 di luce m. 0,80.
Linea in direzione Ostiglia verso la stazione di Arsego. I muretti di parapetto del ponticello alla foto precedente e pochi metri più avanti il ponte sul Piovego.
Linea in direzione Treviso. All'orizzonte della linea la casa cantoniera successiva al km 83+957. La linea in fondo curva leggermente a sinistra in direzione della prossima stazione di Camposampiero.
Casa cantoniera al km 83+957 e passaggio a livello al km 83+974 in località Villarappa.
 
Superamento di un fossato in località Villarappa al km 84+261 con un ponticello in pietra con piattabanda in cemento armato. La vicina strada porta ancora oggi il nome di via Ostiglia. Da notare la tecnica costruttiva a struttura mista, perfettamente conservata, con spalle e architrave in pietra viva e spallette in cotto.
Ponticello di pietra con arco in mattoni a sesto ribassato di 1/3 di luce m. 1,50 al km 85+360 in località Ceccarello vicino a Santa Giustina in Colle (PD).
Pochi metri più avanti un altro ponticello in pietra con arco in mattoni a sesto ribassato di 1/4 di luce m. 0,80. Nella foto a destra i muri di parapetto del ponticello e la linea in direzione di Treviso, ormai prossima alla stazione di Camposampiero. A sinistra linea la casa cantoniera al km 85+589.
Casa cantoniera al km 85+589 e passaggio a livello in via Ceccarello al km 85+579. Il fabbricato appena ristrutturato ha riproposto la tinteggiatura rosso bordeaux come in origine. Infatti tale era il colore di tutti i fabbricati dell'Ostiglia (comprese le stazioni) tra Grisignano di Zocco e Treviso.
Infissa nel terreno, una sezione di rotaia serviva da sostegno alla sbarra che, incernierata da una parte, era normalmente chiusa con un lucchetto. Il transito dei mezzi agricoli avveniva solo su richiesta fatta al casellante.
Ponte in pietra con impalcato in travi di cemento armato di luce m. 6,00 sul fiume Tergola al km 86+166 nei pressi di Santa Giustina in Colle. Sulla destra i gradini di un curioso passaggio pedonale con cancelletto e colonnine in cemento nello stesso disegno di quelle in ferro delle stazioni.
Il passaggio pedonale di attraversamento della ferrovia e le colonnine di cemento del cancelletto in ferro (non più esistente).
Il robusto impalcato del ponte in cemento armato visto da sotto.
Il fiume Tergola in direzione sud visto dal ponte.

indietroPagina precedente          Continuazioneavanti