Piazzola e l'attraversamento del fiume Brenta logo di Google logo di Visual logo di You tube

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Doppio attraversamento del "Canale Rezzonico", con un ponte in ferro, e della "Fossa Liminella", con un ponticello ad arco, pochi chilometri prima di Piazzola sul Brenta, in località Scalona.
Il "Canale Rezzonico" attraversato con un piccolo ponte a travi gemelle di luce m. 3,00. La struttura muraria è prevista per il raddoppio della linea.
Il piccolo ponte metallico ancora in sito mostra la sede del binario ormai asportato.
Targa riportante i dati tecnici del ponte.

PIANO APPOGGIO TRAVATA(26,69)
...................
FONDAZIONI:
SPALLA OSTIGLIA a m. 4,40
SPALLA TREVISO a m. 4,07
Ponticello sott'argine in mattoni con volto a sesto ribassato in cemento di luce m. 1,50 sulla "Fossa Liminella".
Ponticello in mattoni con piattabanda di cemento armato di luce m. 0,80.
Ponticello in mattoni con piattabanda di cemento armato di luce m. 2,00.
In questo tratto la linea è in piena curva a destra per puntare su Piazzola. Il ponticello superava un fossato il cui corso è stato rettificato da poco per i bisogni dell'agricoltura.
Presso il ponticello si vede ciò che resta della massicciata ed un picchetto monco nella parte superiore. Probabilmente un cippo chilometrico.
Ponticello sott'argine in mattoni con piattabanda di cemento armato di luce m. 1,50 in località Boschiera.
Un altro ponticello con piattabanda di cemento armato di luce m. 1,00 su un fosso stradale in località Boschiera e linea in corrispondenza del ponticello in direzione di Treviso. La ferrovia prosegue la curva a destra e si avvicina alla stazione di Piazzola.
Casa cantoniera e passaggio a livello al km 75+588, lungo la strada provinciale Padova-Carmignano del Brenta.
 

La ferrovia "Camerini" F.P.P. Padova - Piazzola - Carmignano

I Camerini a Piazzola sul Brenta erano sinonimo di iniziative e prosperità. Entrati nella storia di Piazzola a metà dell'800 acquistarono e restaurarono la storica villa palladiana che per quattro secoli e mezzo fu di proprietà dei Contarini. Il successore Conte Paolo Camerini si interessò moltissimo dello sviluppo di Piazzola e riuscì a trasformare radicalmente il piccolo centro abitato in una moderna cittdina proiettata in una realtà indutriale. All'inizio del '900 Piazzola sul Brenta era il centro più industrializzato della provincia di Padova. Al Conte Paolo Camerini non potè certo sfuggire di istituire un collegamento ferroviario con l'importante città di Padova, per continuare a pontenziare lo sviluppo della propria cittadina di Piazzola. Dopo la sua proposta agli enti pubblici, l'approvazione e l'appoggio economico di vari consigli comunali interessati e la stesura del progetto, nel 1908 si costituì a Padova la Società Anonima per la Ferrovia Padova - Piazzola, concessionaria per la costruzione e l'esercizio della linea. A Gennaio del 1910 iniziarono i lavori e domenica 2 Aprile 1911 il primo treno già inaugurava la nuova linea F.P.P., ferrovia Padova - Piazzola. Fra i discorsi inaugurali pronunciati quel giorno a Piazzola già trasparì l'idea di un prolungamento della linea verso altri comuni limitrofi.
A Piazzola vennero presto messi in funzione tre importanti raccordi industriali con la fabbrica dello jutificio (uno dei più importanti stabilimenti di lavorazione della juta in Italia all'epoca), con la fabbrica di concimi chimici Montecatini e con una fornace di laterizi, che assicurarono alla linea un cospicuo traffico merci con Padova. In località Carbogna, a tre chilometri e mezzo a nord di Piazzola, sul greto del fiume Brenta sorgeva un importante cava di estrazione della sabbia e della ghiaia. Una decauville, (ferrovia a scartamento ridotto) con vagoncini a bascula trainati da animali da soma, collegava il cantiere di Carbogna con la stazione di Piazzola, ma ben presto non fu più sufficiente vista la crescente richiesta di materiale ghiaioso e nel 1916-17 fu costruito un raccordo a scartamento normale per l'inoltro diretto dei carri nel cantiere.
Il 6 Dicembre 1923 entrò in funzione l'auspicato prolungamneto della ferrovia fino a Carmignano di Brenta, dove la F.P.P. si allacciava alla linea FS Vicenza - Treviso; una nuova stazione e un ampliamento dello scalo si resero necessari a Piazzola per il proseguimento della linea per Carmignano. Nel 1925, il raccordo in località Carbogna, venne prolungato di altri tre chiometri fino alla località di Carturo, dove l'Amministrazione Camerini aprì un importante cantiere per l'estrazione e la lavorazione della ghiaia del Brenta. La F.P.P., ora F.P.C. Ferrovia Padova - Piazzola - Carmignano, continuava ad aumentare le proprie potenzialità e il traffico ferroviario toccò i massimi storici negli anni '30, proprio in occasione della fornitura di materiale ghiaioso per la costruzione della massicciata della nuova linea militare FS Ostiglia - Treviso.

La nuova ferrovia FS Ostiglia - Treviso

Intorno al 1910, quando era aperto il dibattito fra gli enti pubblici sul tracciato della nuova linea Ostiglia - Treviso (si veda a tale proposito l'introduzione storica), il Conte Paolo Camerini si interessò molto all'opera, vedendone un ulteriore importante collegamento, con la rete nazionale delle Ferrovie dello Stato, per lo sviluppo commerciale della cittadina di Piazzola (purtroppo non riuscì mai a vederla in funzione perchè morì prima della realizzazione completa). Fra le varie proposte vi fu anche l'idea di far passare la nuova arteria sui terreni della villa Contarini; fortunatamente il progetto venne realizzato con un passaggio a sud di Piazzola, ben distante dalla storica villa.
Secondo un progetto preliminare del Conte Paolo Camerini la nuova stazione delle FS di Piazzola avrebbe dovuto sorgere a sud di via Malta. Ciò fu dovuto ad un errore del progettista che non tenne conto che in quel punto il terreno, antico alveo del Brenta, si abbassa sempre di più a mano a mano che ci si avvicina al fiume. Perciò la stazione e tutte le sue pertinenze, avrebbe dovuto essere costruita sopra una vasta platea artificiale sopraelevata, inutilmente costosissima. Secondo il progetto delle Ferrovie dello Stato la stazione venne invece realizzata più a ovest, al termine di via Nizza Marittima, dove la quota ben più elevata dei terreni teneva lontano il pericolo di allagamento del Brenta in caso di piena ("Brentane").
Già dagli anni '20 era in costruzione il nuovo tratto ferroviario FS Legnago - Cologna Veneta - Poiana di Granfion; un grosso quantitativo di ghiaia serviva per la costruzione della massicciata. I vagoni delle FS da caricare seguivano l'itinerario Poiana di Granfion - Vicenza - Carmignano. Di qui venivano inoltrati nella F.P.P. e trainati nel cantiere di Carturo per il carico della ghiaia. All'inizio degli anni '30 furono avviati i lavori per il proseguimento fino a Treviso e non appena la costruenda linea giunse a Piazzola venne provvisoriamente raccordata con la F.P.P. per l'inoltro diretto delle tradotte dei treni cantiere. La direzione delle F.P.P. presentò una domanda alle FS per ottenere delle agevolazioni sulle tasse relative alla manovra e al nolo dei carri, visto il notevole quantitativo di ghiaia spedita in servizio cumulativo.

Il nuovo cavalcavia ferroviario

Circa 300 metri più avanti del fabbricato viaggiatori della stazione FS, in corrispondenza della punta scambio estremo verso Treviso, il tracciato della nuova ferrovia Ostiglia - Treviso incrociava ad angolo retto quello della preesistente ferrovia Padova - Piazzola - Carmignano. L'indipendenza delle due linee, assolutamente pretesa dalle FS, specialmente per una linea a carattere militare come l'Ostiglia, fu assicurata dalla costruzione di un cavalcavia a spese della F.P.P.. Come indinizzo anticipato le FS nel 1928 cedettero alle F.P.P. una locomotiva a vapore locotender a 3 assi n°321 battezzata "Laverda". A lavori ultimati negli anni '30 il nuovo cavalcavia venne collaudato da una ben più pesante locomotiva FS del Gruppo 740, arrivata appositamente da Vicenza. Il nuovo cavalcavia comportò tuttavia alla F.P.P. diversi disagi di esercizio, dovuti alla accentuata pendenza che ora aveva la linea per il superamento dell'Ostiglia. Vi furono nuove impostazione per l'effettuazione di tutti i treni merci da Piazzola, la cui partenza venne arretrata per dar modo al convoglio di prendere velocità e riuscire superare la livelletta. Quasi sempre una seconda locomotiva in coda aiutava a dare la spinta al treno fino al culmine del cavalcavia. Quando i lavori di costruzione dell'Ostiglia giunsero al termine venne rimosso il raccordo provvisorio fra le due linee per l'inoltro dei carri carichi di ghiaia. Rimosso anche il raccordo delle F.P.P con la fornace le cui spedizioni ora provvedeva la vicina nuova stazione delle FS.

Alcune notizie storiche sono tratte dal libro "La Ferrovia Padova - Piazzola - Carmignano" - Mario Santinello, 1980.

 
Stazione di Piazzola - Campo San Martino. Km 75+989,50 torna


Il fabbricato viaggiatori della stazione FS di Piazzola - Campo San Martino venne costruito alla progressiva km 75+989,50 da Ostiglia, nello stile comune a tutte le stazioni secondarie dell'Ostiglia con fabbricato viaggiatori a 4 assi sul prospetto lato binari e 3 assi sul prospetto laterale. La stazione era dotata di scalo merci con magazzino di tipo lungo a 2 assi sul prospetto lato binari. La stazione e il magazzino dello scalo erano a sinistra linea in direzione Treviso; lo scalo era lato Treviso rispetto al fabbricato viaggiatori. I binari di circolazione erano tre: il 2° dal fabbricato viaggiatori era quello di corretto tracciato della linea e il 1° e il 3° quelli di ricevimento in deviata. La punta degli scambi estremi era alle progressive 75+690 e 76+308. Al 1° binario era allacciato, con due comunicazioni destra e sinistra, il binario tronco di accosto al piano caricatore del magazzino. Su questo binario erano installate: una sagoma limite di carico, in corrispondenza della testa del piano caricatore, e una pesa a ponte da 40 tonnellate posta verso gli scambi di uscita dello scalo in direzione di Ostiglia. Sempre da questo binario si diramavano inoltre: un binario tronco per lo scarico/carico diretto e uno terminante sulla testa del piano caricatore per lo scarico/carico in testa. Nello scalo merci era installata inoltre una gru tipo FS da 6 tonnellate posta di fianco alla testa del piano caricatore. La stazione era dotata, in entrambe le provenienze, di segnali ad ala di protezione di 1a categoria e avviso, con manovra e illuminazione elettrica comandati a distanza da apposite apparecchiature installate presso l'ufficio movimento della stazione. Le progressive di installazione dei segnali erano al km 75+559 - 76+440 per quelli di 1a categoria e km 74+559 - 77+440 per quelli di avviso. La stazione entrò in servizio regolare il 29 Ottobre 1941 nel pieno della guerra, quando venne aperto al pubblico esercizio il tratto Grisignano di Zocco - Treviso.

 

Le distruzioni della guerra

Dopo neanche due anni dall'inaugurazione dell'Ostiglia e nel clima drammatico susseguente agli avvenimenti dell'8 Settembre 1943, le corse dei treni passeggeri vennero drasticamente ridotte: ormai si viaggiava solo nelle prime ore del mattino e alla sera. Poco dopo gli alleati iniziarono a bombardare in grande stile i pricipali nodi di traffico e i centri produttivi d'importanza stragica del Veneto. Il 6 ottobre tutta l'area dello scalo ferroviario di Mestre fu interessata da un pesantissimo bombardamento ad opera delle "fortezze volanti" americane B-17. Il 16 dicembre i B-17 colpirono lo scalo di Padova, provocando anche qui danni gravissimi a tutti gli impianti della stazione, compreso il fabbricato della F.P.P. che venne distrutto. Poi fu la volta di Vicenza, la cui stazione fu "visitata" proprio il giorno di Natale. Il 30 dicembre si ripetè il bombardamento alla stazione di Padova e lo stesso giorno venne colpito l'importante nodo di Verona, sempre ad opera delle "fortezze volanti" B-17. Era inevitabile e del tutto evidente che, una volta paralizzati più o meno a lungo i principali nodi ferroviari, il sempre più intenso traffico merci si trasferisse, seguendo percorsi alternativi, sia sull'Ostiglia che sulle altre linee secondarie ancora efficienti. Alla stazione di Piazzola vennero accantonate diverse locomotive sinistrate per cause belliche, cosicché cominciarono a scarseggiare anche i binari necessari per fare fronte all'aumentato traffico ferroviario. Il 31 Agosto 1944 venne bombardato il ponte sul Brenta a Fontaniva, che causò l'interruzione della linea Vicenza - Treviso. A un certo momento l'Ostiglia divenne l'unica linea ferroviaria ancora percorribile verso nord - est e di questo gli alleati non tardarono ad accorgersi. A partire dal settembre del '44 anche Piazzola fu obiettivo militare a causa proprio del ponte ferroviario sul Brenta della linea Ostiglia-Treviso (vedi sotto).

Dai rapporti sulle missioni dei bombardieri medi americani, il 26 settembre il ponte risulta bombardato ma ancora transitabile; la stazione è indenne. Il 20 ottobre le cronache locali riferiscono di un bombardamento alla stazione FS di Piazzola e al cavalcavia ferroviario della F.P.P.; è bastato un solo attacco per mettere fuori uso entrambe le linee. Il cavalcavia, anche se interrotto, tuttavia non è danneggiato in maniera grave e può essere riparato in una decina di giorni. Per il fabbricato viaggiatori FS invece è la fine: colpito in pieno e ridotto ad un cumulo di macerie, cessa per sempre la sua brevissima attività. Danneggiato anche il magazzino merci anche se i muri perimetrali restano in piedi. Sul piazzale dei binari della stazione le bombe hanno aperto grossi crateri. Da una ricognizione aerea dell'11 novembre 1944 il ponte sul Brenta appare gravemente colpito e interrotto, con i bombardamenti successivi sarà completamente distrutto.
I danni gravissimi che l'Ostiglia subì nel tratto compreso fra Grisignano e Treviso, evidenziarono subito grosse difficoltà di ripristino. L'impellente necessità di reperire il prezioso materiale di armamento per ripristinare le linee più importanti, decretò il disarmo della linea a pochi mesi dalla fine della guerra. Invece la ferrovia "Camerini", avendo riportato solo leggeri danni, riprese quasi subito l'esercizio anche se le stazioni capolinea di Padova e Carmignano erano da ricostruire completamente.
Il tronco FS Grisignano di Zocco - Treviso non venne mai più riattivato. Nonostante ciò, le FS non accolserò mai la domanda delle F.P.P. di ripristinare l'attraversamento a raso, al posto del cavalcavia ferroviario dell'Ostiglia e i loro treni dovettero sempre affrontare la dura salita, con i notevoli disagi di esercizio che essa comportava. Nel 1958 le dissennate scelte politiche operate nel nostro paese sul vitale ramo dei trasporti, portarono alla chiusura anche di questa linea ferroviaria. Piazzola, che un tempo disponeva di ben due collegamenti ferroviari rapidi con i capoluoghi di provincia più importanti, è ora isolata dal trasporto ferroviario.

Alcune notizie storiche sono tratte dal libro "La Ferrovia Padova - Piazzola - Carmignano" - Mario Santinello, 1980.

 
Magazzino merci con gli originali portoni laterali di legno ed il telaio in ferro del rosone.
Il fabbricato viaggiatori della stazione, edificato alla fine dell'attuale viale Nizza Marittima, fu raso al suolo durante la 2ª guerra mondiale e mai più riedificato. Alcuni lavori effettuati di recente (2008) hanno riportato in luce il pavimento del piano terra e svelato l'ubicazione della scala che scendeva nello scantinato.
A destra si trovava il fabbricato viaggiatori della stazione e a sinistra il magazzino merci, tuttora esistente anche se privo del tetto.
300 metri più avanti della stazione in direzione di Treviso si trova il cavalcavia F.P.P. Il cavalcavia fu collaudato con una locomotiva 740 fatta arrivare appositamente da Vicenza.

Foto storica.
Gli effetti del bombardamento al cavalcavia ferroviario di Piazzola, dopo l'incursione aerea del 20 Ottobre 1944. Una delle tante bombe ha scavato un enorme cratere che ha distrutto i binari dell'Ostiglia in corrispondenza dello scambio estremo della stazione lato Treviso, facendo volare via la staccionata ed i pali della linea elettrica. Anche la travata del cavalcavia e i binari della F.P.P. hanno subito diversi danni. A destra della persona col soprabito chiaro sembra riconoscersi il disco girevole dello scambio estremo. Più avanti, lungo la linea, si distingue a malapena il retro dell'ala del segnale di protezione lato Treviso della stazione FS di Piazzola.

Foto storica.
La foto scattata sopra il cavalcavia evidenzia i danni subiti dalla F.P.P. Dal libro "La Ferrovia Padova - Piazzola - Carmignano" - Mario Santinello, 1980.
La ferrovia F.P.P. nelle vicinanze del cavalcavia dell'Ostiglia passava viale Bernina con un altro cavalcavia.
Lo stesso della foto precedente. In fondo a destra il cavalcavia dell'Ostiglia.
 
Ponte a 7 luci. Km 76+876,66 torna
Ponte a 7 luci di m. 8 ciascuna al km 76+876. La linea lascia la stazione di Piazzola e prosegue in leggera salita per il superamento del ponte sul fiume Brenta. Contemporaneamente il piano di campagna si abbassa di quota, costituendo un ampia zona golenale sulla sponda destra del fiume. In questo tratto il rilevato dell'Ostiglia è interrotto da tre serie di arcate, progettate per far defluire le "Brentane" in caso di piena, in modo che il fiume non rovini contro l'argine ferroviario. Questa è la prima serie con ben 7 archi di mattoni. La larghezza è sempre per il doppio binario.
La luce centrale presenta una chiave di volta in pietra scolpita con il tipico fascio littorio. Si nota un particolare supporto in ferro che sembra essere un sostegno per un palo verticale. Probabilmente della linea telegrafica/telefonica.
La luce estrema verso Treviso e quelle centrali viste dal lato opposto (a monte). I muretti di parapetto superiori presentano due terrazzini intermedi aventi la funzione di piazzaletti di rifugio, come riparo per il personale della linea che si trovasse sul ponte al passaggio di un treno.
Sopra il ponte in direzione Treviso, la massicciata formata dal ghiaione del Brenta. I muretti di parapetto sono appena stati ricostruiti per i recenti lavori di costruzione di una pista ciclabile sopra il tracciato della ferrovia.
Targa marmorea con impressi i dati tecnici della spalla lato Treviso.

QUOTA IMPOSTA ARCHI(24,70)
FONDAZIONI
SPALLA TREVISOM. 6,45
3ª 4ª 5ª e 6ª PILA
BRIGLIA A MONTE 3ª 4ª 5ª 6ª e 7ª LUCE
BRIGLIA A VALLEM. 8,54
 
Sottovia con 6 luci laterali. Km 77+201,84 torna
Sottovia in ferro a travi gemelle di luce m. 6 con 6 luci laterali di m. 6 ciascuna al km 77+201,84. Disegno tecnico FS - Giugno 1931
Il sottovia di via Malta a 6 luci laterali al km 77+201 del disegno tecnico FS sopra. Questa è la seconda serie di archi che interrompe il rilevato dell'Ostiglia per far defluire le acque del Brenta in caso di piena.
 
Spalla lato Ostiglia e dati tecnici della targa.

PIANO APPOGGIO TRAVATA(27,30)
FONDAZIONI:
SPALLA OSTIGLIAm. 8,98
1ª PILA
BRIGLIA A MONTE (1ª luce)
2ª PILAm. 8,54
PILA SPALLA
BRIGLIA (2ª 3ª 4ª luce)
Spalla lato Treviso e dati tecnici della targa.

PIANO APPOGGIO TRAVATA(27,30)
FONDAZIONI:
SPALLA TREVISOm. 8,63
PILA SPALLAm. 8,54
3ª E 4ª PILA
BRIGLIA A MONTE (5ª 6ª 7ª luce)
PLATEA GENERALEm. 5,30
Travata metallica in direzione di Treviso. Il ponte è stato sollevato su dei dei blocchi di legno e spostato leggermente fuori asse, evidentemente per consentire il passaggio di qualche veicolo troppo alto.
Dettaglio delle travi gemelle.
Dettaglio dei calestrelli, i travetti secondari fissati alle travi gemelle, che reggevano la longherina di legno su cui era fissata la rotaia.
La travata vista da sotto.
 
Sottovia con 5 luci laterali. Km 77+570,32 torna
Sottovia in ferro a travi gemelle di luce m. 6 con 5 luci laterali di m. 6 ciascuna (3 lato Ostiglia e 2 lato Treviso) al km 77+570. Questa è la terza serie di archi che interrompe il rilevato dell'Ostiglia prima del ponte sul Brenta.
Il ponte a travi gemelle in ferro è stato rimosso.
Spalla a 3 luci lato Ostiglia.
A partire da Settembre del 1944, tutta l'area del ponte sul Brenta fu oggetto di pesanti incursioni aeree da parte di bombardieri medi americani. Come si può notare dalla foto di ricognizione aerea del 16 Novembre 1944 (vedi sotto), oltre al vicino ponte sul Brenta, anche il sottovia al km 77+570 ha subito diversi tentativi di bombardamento. Una bomba cadde solo a qualche metro dalla prima luce della spalla Ostiglia, provocando oltre al cratere anche dei danni al ponte. Si può notare che una grossa scheggia deve aver colpito la pila in corrispondenza del piano d'imposta dell'arco. Tutta la struttura si è sollevata ed è ritornata nella sua sede. La robusta tecnica costruttiva dell'arco costruito in laterizio ha limitato i danni.
Spalla lato Treviso e targa con i dati tecnici (quella lato Ostiglia è stata asportata).

PIANO APPOGGIO TRAVATA(27,30)
FONDAZIONI:
SPALLEm. 8,45
PILE
PILE SPALLE
BRIGLIA A MONTE
BRIGLIA A VALLEm. 5,60
PLATEA GENERALEm. 5,30
Sopra il ponte, in primo piano il muro d'ala destro della spalla lato Ostiglia.
La linea in direzione di Treviso, poco prima del ponte sul Brenta accenna ad una leggera curva a destra. La foto scattata con lo zoom a raso del coronamento evidenzia che il ponte non è perfettamente rettilineo, come appare dal prospetto, ma è costruito leggermente curvo seguendo l'andamento della linea. Questo dimostra la cura e la precisione nella costruzione di questi manufatti.
Sopra il ponte, linea in direzione di Ostiglia. Massicciata formata dal ghiaione del Brenta.
Uno dei tanti atti di esproprio compilati su modulo prestampato che consentiva senza troppe formalità di acquisire i terreni "per causa di pubblica utilità". Il documento riguarda un terreno in località Campo San Martino e cita il Cav. Uff. Ing. Cesare Ciurlo quale agente dell'amministrazione ferroviaria.
 
Il ponte sul fiume Brenta. Km 78+003,28 torna

La ferrovia attraversava il fiume Brenta al km 78+003 con un ponte lungo 114 metri (fra i centri di appoggio estremi), composto da tre travate metalliche di 38 metri di lunghezza ciascuna (fra i centri di appoggio intermedi). Le travate erano di tipo a pareti portanti reticolari con 11 maglie quadrate ciascuna; ogni maglia era composta da barre diagonali disposte a croce di S. Andrea. La struttura metallica poggiava sul lato destro delle spalle e delle pile intermedie (in direzione di Treviso), tutte previste con una larghezza della muratura per la posa a sinistra (sempre in direzione di Treviso) di un secondo ponte per l'eventuale raddoppio della linea. I rostri, le lesene e i coronamenti delle spalle e delle pile intermedie sono formate da conci di pietra di trachite grigia, opportunamente tagliati e lavorati ciascuno secondo un preciso disegno, per dare verticalmente alla struttura una forma complessiva di tipo tronco - conica. Sotto il piano di risega le murature sono costruite in mattoni, con fondazioni in calcestruzzo armato. Il ponte venne completato alla fine degli anni '30 del novecento.

Piazzola sul Brenta fu obiettivo militare a causa proprio del ponte ferroviario della linea Ostiglia-Treviso. Fu oggetto di numerose incursioni aeree avvenute tra la fine del 1944 e l'inizio del 1945, da parte soprattutto dei bombardieri medi americani. Sono sicuramente almeno quattro gli sganci di bombe che la 12ª Forza Aerea (12th Air Force), l'unità dell'aviazione alleata che operava sull'Alta Italia, compì proprio nell'area di Piazzola sul Brenta con i bombardieri medi, oltre alle numerose incursioni dei cacciabombardieri.
Il 1° Settembre del '44 il ponte sul Brenta a Fontaniva della ferrovia Vicenza - Treviso era già completamente interrotto dai bombardamenti. L'unica alternativa per superare il fiume era di inoltrare i convogli sulla linea dell'Ostiglia. Nel frattempo i tedeschi deviarono la linea a Fontaniva sul greto del fiume e costruirono un ponte di fortuna. Anche se la linea dell'Ostiglia era stata aperta da poco e non riportata ancora su tutte le mappe militari, non passarono inosservati i convogli sul ponte di Piazzola. Il bombardamento del 26 settembre 1944 è documentato dalle foto della ricognizione aerea del 57° stormo. Alcune bombe sganciate dagli aerei delle squadriglie 487ª e 488ª (340° gruppo) colpiscono il ponte, ma in modo non irreparabile. Il successivo 15 ottobre la cittadina sfuggì ad un altro attacco aereo solo grazie al maltempo che interessava la zona. I ventitré B-26 del 17° Gruppo, decollati da Bastia in Corsica, puntarono allora sull'obiettivo alternativo: il ponte ferroviario sul torrente Guà di Montebello Vicentino, che subirà continui e pesanti martellamenti per tutto il resto del conflitto.
Ma l'aviazione alleata non aveva distolto la sua attenzione dal ponte ferroviario di Piazzola. Martedì 31 ottobre 1944 alcuni B26 Marauder colpiscono il ponte. Poi è la volta dei nuovi bombardieri medi B-25 Mitchell del 319° Gruppo, che avevano cominciato a sostituire i "Marauder" nella 12ª Forza Aerea. Il 4 novembre 18 di essi sono sopra Piazzola (mission 418) avendo come obiettivo il ponte. Alcune bombe probabilmente colgono il bersaglio, una cade addirittura a 1800 m ad est del ponte centrando il binario. Tuttavia il ponte, benché colpito in diversi punti, non è interrotto come risulta dalle foto scattate dalla ricognizione aerea. Sabato 11 novembre si registra il danneggiamento di un ponte non meglio precisato (forse proprio quello della ferrovia); il 16 Novembre viene interrotto anche il ponte di fortuna a Fontaniva, tagliando definitivamente i collegamenti ferroviari diretti fra le due sponde del Brenta. Domenica 31 dicembre 1944 i bombardieri medi colpiscono un ponte (probabilmente di nuovo quello della ferrovia); per mercoledì 5 aprile 1945 si parla invece di attacchi notturni operati da Douglas A-20 e Martin B-26 Marauder che evidentemente non erano stati tutti sostituiti dai Mitchell. Il ponte ormai è completamente distrutto e non sarà mai più ricostruito.

Foto ricognizioni aeree USAAF.
Località Campo San Martino. Ripresa fotografica del ponte ferroviario sul Brenta eseguita da un ricognitore alleato il 16 novembre 1944. Gli effetti dei bombardamenti sono evidenti. La concentrazione delle bombe risulta più fitta nell'area del ponte, di cui si notano ancora la travata ed i piloni. Come si può osservare la spalla lato Ostiglia è stata centrata in pieno e il ponte è già gravemente danneggiato. Il collegamento verso Treviso interrotto. Molti i crateri nella zona più ad ovest e in località Campo San Martino, dove è caduta anche una bomba sulla linea e un'altra vicinissima ad un arco del ponte a 5 luci, provocando dei danni nel manufatto visibili anche oggi. I successivi raids porteranno all'abbattimento completo del pilone lato Ostiglia e alla demolizione della travata caduta completamente in acqua. I danni furono così gravi da non tentare nessun tipo riattamento. Nella foto a destra una ricognizione aerea del ponte sul Brenta nel '45 mostra gli effetti distruttivi dei bombardamenti, il ponte è completamente in acqua; ancora in piedi, anche se danneggiata, la pila intermedia lato Treviso. Dopo la guerra fu proprio il ponte distrutto sul fiume Brenta, viste le ingenti spese per la sua ricostruzione, una delle cause principali della chiusura definitiva del tronco Grisignano di Zocco - Treviso.
 
Campo S.Martino. Ponte sul fiume Brenta, km 78+003. Ecco la pila intermedia lato Treviso nella foto della ricognizione aerea del 1945. La crepa centrale risale ai danni dei bombardamenti aerei. La travata era posata sulla parte destra (sud) in direzione di Treviso.
Dettaglio dei conci di pietra che compongono i rostri delle pila intermedia e il coronamento superiore. Da notare le numerose tracce delle schegge di bombe che hanno colpito la struttura in pietra viva.
Altra immagine del pilone in acqua del ponte. In primo piano le macerie della pila intermedia lato Ostiglia, colpita in pieno dai bombardamenti del '44-'45. Altri detriti del manufatto sono immersi nell'acqua e si possono scorgere nei periodi di secca del fiume.
Dalla sponda sinistra del Brenta un altra immagine della superstite pila intermedia lato Treviso mette in evidenza la grande crepa verticale e le numerose schegge di bombe che hanno intaccato la struttura in pietra viva. In corrispondenza della sponda opposta si notano le macerie in acqua della pila lato Ostiglia.
Oltre il Brenta la ferrovia prosegue in località Pieve di Curtarolo superando la stradina locale di via S.Martino con un sottovia in ferro di luce m. 3,00 al km 78+439. Del manufatto è rimasta solo la spalla lato Ostiglia, alquanto malmessa.
Superato il ponte sul Brenta la linea curvava leggermente a sinistra, in direzione di Camposampiero. Questa è la casa cantoniera al km 79+058 in località Pieve di Curtarolo con sottovia stradale in ferro di luce metri 3 al km 79+034, oggi rimosso per consentire il passaggio di mezzi stradali con altezze un tempo più contenute.

Foto storica.
Dalla casa cantoniera di cui alla foto precedente fu scattata l'immagine qui riprodotta e risalente agli anni '20. Gli operai stanno costruendo proprio il terrapieno ed il sottovia stradale. Si noti la linea in leggera curva. Sullo sfondo, al termine del terrapieno (direzione Ostiglia), sarà costruito il ponte sul Brenta.
Il muretto e staccionata FS delimitano la proprietà ferroviaria nei pressi del passaggio a livello a Pieve Di Curtarolo. Progressiva PL 79+344.

489th Bombardment Squadron (489ª Squadriglia da Bombardamento)

Descrizione delle missioni

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