Il tronco Ostiglia - Legnago logo di Google logo di Visual logo di Visual
Dallo studio sulla carta geografica, questo lungo rettifilo ferroviario di 19 km che si estende in luoghi quasi completamente disabitati e inaccessibili, già lasciava intuire che durante le esplorazioni sul posto ci sarebbero state sicure emozioni per un ricercatore di ferrovie dismesse. E così è stato. Questo tratto ferroviario è senz'altro fra i più particolari e suggestivi di tutta la linea, immerso nel particolare paesaggio delle Valli Grandi Veronesi, un territorio pianeggiante di origine alluvionale, un tempo paludoso, le cui bonifiche terminarono proprio durante la costruzione della ferrovia. I numerosi corsi d'acqua, canali di scolo, rogge e fossati di bonifica di questa zona hanno reso necessaria la costruzione di un incredibile numero di ponticelli, ponti, deviazioni di corsi d’acqua, tutte opere costruite a regola d’arte (più di un centinaio in soli 19 km), che rivelano la grandissima attenzione nella progettazione dell’opera nel pieno rispetto del territorio. La realizzazione della ferrovia infatti ha contribuito ad una mirabile sistemazione idraulica di queste zone un tempo paludose, su un terreno molto difficile per l’impianto di una sede ferroviaria, prevalentemente sabbioso e con abbondanti infiltrazioni d’acqua.
Le infinite distese di campi, solcate soltanto dai corsi d'acqua e dalla ferrovia, si perdono nell’orizzonte piatto delle Valli Grandi Veronesi, dove regna un silenzio e una tranquillità a cui non si è più abituati. Diversi sono stati gli incontri a distanza ravvicinata anche con la fauna del posto, lepri, aironi, gufi e insetti particolari, che hanno simpaticamente accompagnato le esplorazioni, rendendo le ricerche ancora più emozionanti.
 
L'elevato numero di ponticelli e la loro varietà tecnico-costruttiva costituisce un patrimonio unico di archeologia industriale delle Ferrovie dello Stato degli anni 20' - 30' che valeva la pena di fotografare e immortalare, anche se, per una mappatura completa, si sono rese necessarie moltissime visite sul posto, concentrate per lo più nei periodi invernali quando la vegetazione più scarsa permette migliori condizioni di visibilità. Osservando questi manufatti si può ammirare la precisione e l'abilità delle maestranze dell'epoca, dal taglio e la posa dei conci in trachite alla regolarità dei mattoni, con una tecnica e una qulità dei materiali che oggi nessuno ormai è più in grado di riprodurre.
 
Alcuni dei momenti più emozionanti regalati dal paesaggio delle Valli Grandi lungo la ferrovia dell'Ostiglia, condivisi con l'instancabile amico Alberto Rigoni.